Legàmi 2.0
” Perché continuavo a cercarlo era poesia. Aveva senso? Mi muoveva il sangue dentro, un impulso swingato che porta ritmo tutto intorno. Quando accade questo, non puoi fermare il flusso, stai sull’onda. Poi, in silenzio, cerchi nelle parole, cerchi nei ricordi, negli odori e tiri fuori tutto, gli scatti impressi nella memoria, le frasi dette, le frasi scritte, digitate, quelle non dette, sbiadite appese fuori al sole. Cerchi in quelle espressioni, nei respiri sospesi, nel suono rotondo delle risate. Tiri fuori, tiri fuori ancora, biglietti di concerti usati, di note consumate, scontrini di cene a metà, perché non si finiva di parlare. Tiri fuori lo stomaco, ch’è fino in gola, il cuore, che ha riempito tutto, già. E trovi, trovi qualcosa. Un bacio. Sottovoce. Ma c’è stato davvero?
In un attimo è tutto sottosopra, anche tu, a testa in giù.
Che faccio? Prendo il telefonino e scrivo. Poi cancello, poi scrivo, poi cancello. Poi, sorriso 🙂 e invio.
A che serve? Tengo vivo quel gioco inutile, dove chi vince ha già perso il treno. Però, forse, non c’è limite alla distanza. Ma quanto misura, nei meandri della rete, quella distanza? E quanto, quanto dura ancora l’attesa dell’incontro, dell’abbraccio nascosto, del salto dentro questo posto immaginario, dove siamo ancora noi? “
da Legàmi 2.0 di Selene D.