Tutto intorno scorre, Roma torna a casa. Correvo in bicicletta mentre qualche turista fotografava. Poi un altro e un altro ancora. Allora mi son girata, e ho capito:
Prendi la macchina, incastrata dentro a un vicoletto stretto. Mille manovre, poi imbottigliata nel traffico. Giri, cambi strada, ma ti perdi in una vietta di sanpietrini che non sai dove porterà. Retromarcia, prima, ferma. Sbuffi, imprechi.
Poi alzi gli occhi, per caso, per sbaglio, e vedi. Uno scorcio impensato, sconosciuto, un punto di vista istantaneo e incredibile. Lui è eterno, immobile. E lo sa. Sei tu che sei “di passaggio”. Allora tutto si scioglie. Dài, come fai ad arrabbiarti con questa città?
Io ho fatto un cortometraggio dicendo quasi le stesse cose
Ciao Leonardo! Mi ricordo di te e di questo dialogo tra pensieri che si rincorrono; questo procedere allegro e annoiato, come tante giornate, come tanti cavallerizzi di motocicli che guardano la strada di routine e però sanno cosa c’è intorno. E forse, non mi dire, che bisogna arrivare a tanto, che bisogna arrivare così come accade alla fine, per chiuderci in un respiro e fermarci un po’. Grazie, mi ha fatto molto piacere rivedere il tuo corto! 🙂
Un abbraccio
Selene